Oltre ai suddetti pavimenti tradizionali in legno massiccio monostrato sono sul mercato i cosiddetti pavimenti multistrato prefiniti composti da uno strato superiore in legno nobile, il cui spessore può variare, a seconda del prodotto, da 6 mm a meno di 1 mm (detti comunemente 'impiallacciati'): comunemente lo spessore si aggira sui 3/5 mm. Al di sotto dei 2,5 mm di spessore si ricordi che non è da definire parquet. Quando lo strato di legno nobile è incollato su un supporto in legno dolce si parla di due strati, che può essere in multistrato (cioè più strati da circa uno o più mm di spessore ciascuno) o lamellare (cioè un solo strato spesso più millimetri). I multistrati in betulla europea rappresentano generalmente il top della stabilità (non si creano fessure, incurvamenti o imbarcature tra le tavole, in condizioni di umidità ideale del sottofondo e dell'ambiente). I lamellari eventualmente possono essere controbilanciati incollando una lamina della stessa essenza, sulla controfaccia inferiore (in modo da avere un "sandwich" simmetrico) che sarà quella che andrà poi effettivamente posata in appoggio diretto (in questo caso si parla di posa flottante) sul massetto (prefinito a tre strati).
Legni nobili, in base alla provenienza, comunemente usati sono: rovere, olivo, noce, faggio (Europa), iroko, teak, merbau, afrormosia, doussié, wengé, Cabreuva, Panga Panga e Padouk (Africa), Ipè spp., Cumarù, Jatobà (Brasile), Teak spp. (Asia).
Esiste anche il cosiddetto pavimento in laminato formato dall'accoppiamento del tradizionale laminato a un supporto di 12 mm realizzato in pvc, o lastra molecola sintetica similare.
In quanto pre-finiti in laboratorio (e non in opera) si prestano a finiture particolari quali colorazioni tramite pigmenti, decapature (cioè colorazioni a pigmenti in contrasto tra la fibra e la base del legno), spazzolatura della fibra (la quale conferisce effetto ruvido; è il contrario della levigatura), microbisellatura dei lati della tavola (spigoli smussati e non vivi), piallature a mano, spigoli spaccati sui vari lati della tavola, piano sega (la superficie della tavola presenta seghetteture trasversali rispetto all'andamento della venatura), termotrattamenti (lasciato essiccare per x tempo a x temperatura il legno nobile cambia tono di colore scurendo in tutto lo spessore), decorazioni ad acqua, ed altre.
Il trattamento finale superficiale può essere ad olio o vernice. La finitura ad olio (quelli vegetali hanno residui tossici quasi nulli) richiede una manutenzione costante e non è idrorepellente nel primo periodo di vita (un anno circa con manutenzione corretta) quindi è soggetto ad aloni ma conferisce l'aspetto più naturale.
Le vernici sono di più facile manutenzione e in commercio se ne trovano di "naturale UV o effetto cera" con meno gloss di lucentezza rispetto alle vernici satinate (semi lucide).